L'avventura del volo umano e la conquista dello Spazio da sempre hanno affascinato la mente dell'uomo. Attraverso la fantasia dei miti alati e successivamente con la scienza e l'invenzione di "macchine volanti", l'uomo ha rincorso il "sogno di volare" e numerose sono state le tappe dello sviluppo del rapporto uomo-spazio.
A quarant'anni dal primo passo sulla Luna, e malgrado la conquista dello Spazio, l'uomo sente ancora oggi più che mai il bisogno dei piccoli ma intensi legami terreni, e la posta, attraverso la filatelia che ne è l'interprete, diventa la miglior cronista della sua storia.
Le lettere, gli annulli, i francobolli, in questa breve panoramica di posta spaziale legata al comandante della missione Elbrus, Anatoli Berezovoy, autore delle prime lettere Spazio-Terra, ce lo dimostrano.
Anatoli Nikolaievich Berezovoy, 51° pilota e cosmonauta sovietico, comandante della missione Elbrus sulla Stazione Spaziale Orbitale Salyut-7 dal 13 maggio al 10 dicembre 1982, trascorre 211 giorni nello Spazio, a quel tempo record di permanenza nello Spazio.
Durante la missione egli scrive un diario (dal 22 giugno al 29 novembre), un racconto intimo ed affascinante delle sue esperienze, racconto che mostra il vero lato umano del "vivere nello Spazio".
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Anatoli descrive la tristezza della solitudine e della lontananza dalla famiglia, la pesantezza del lavoro quotidiano, la preoccupazione per i problemi di salute, e traccia un amaro resoconto delle difficoltà di sopravvivenza a rotture nell'equipaggiamento a bordo e delle incomprensioni con il suo compagno di volo e con gli addetti ai collegamenti Terra-Stazione.
Dalla descrizione dei collegamenti radio e TV, degli esperimenti biologici, geografici e astrofisici e dei test medici si percepisce l'intenso desiderio del cosmonauta per il successo della missione e l'importanza della stessa per lo sviluppo della cosmonautica sovietica e mondiale.
Centrale nella narrazione è anche la corrispondenza, e in più pagine Anatoli esprime la gioia che prova all'arrivo delle navicelle di rifornimento e all'apertura dei sacchi contenenti i giornali, le riviste e la posta, "un bicchiere d'acqua fresca nella rovente steppa". Ma si sofferma anche sulla preparazione del materiale filatelico, lettere, cartoline e documenti da riportare sulla Terra, "posta spaziale" che ci racconta l'unicità della vita nello Spazio.
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