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Diario
Vita di Berezovoy
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Monografia
Edizione unica e originale del diario scritto dal 22 giugno al 29 novembre 1982 dal Comandante della spedizione Elbrus, 51o Pilota, cosmonauta ed eroe dell'Unione Sovietica.

VENDITA A TRATTATIVA PRIVATA

STORIA

stazioni spaziali Salyut Salyut-7

SALYUT-7

La Salyut-7, ultima stazione spaziale della classe Salyut e precursore della base spaziale Mir, viene lanciata nel cosmo dall'Unione Sovietica dal Cosmodromo di Baikonur il 19 aprile 1982.


La stazione spaziale Salyut-7 in orbita con agganciato il velivolo spaziale Soyuz T

Il peso complessivo è 19.824 kg, la lunghezza 14,4 metri, il diametro 4,2 metri, il volume abitabile totale 90 metri cubi con un equipaggio composto da due fino a un massimo di sei cosmonauti.

Rimane in orbita 9 anni (3.215 giorni) supportando un gran numero di missioni spaziali sia con equipaggio sia senza. Sono 10 gli equipaggi residenti che abitano la Salyut-7 per più di 800 giorni complessivi. L'ultima visita da parte di cosmonauti alla stazione avviene nel 1986, quando una navetta Soyuz attracca al portellone per recuperare materiale da trasferire sulla neo arrivata Mir (lancio avvenuto il 19 febbraio 1986), realizzando così per la prima volta l'alternarsi dell'uso di due stazioni cosmiche in orbita terrestre.

Pur non abitata, la Salyut-7 sarebbe destinata a rimanere in orbita fino al 1994, ma un brusco incremento di attività solare, che porta ad un "rigonfiamento" dell'atmosfera, modifica la sua rotta; rientra sulla terra il 7 febbraio 1991, quando una scia di detriti si sparge mentre cade incendiata sui cieli dell'Argentina e del Cile.



La stazione spaziale Salyut-7 in orbita con agganciato il velivolo spaziale Soyuz T

Da un punto di vista tecnico, la Salyut-7 rappresenta un ulteriore passo in avanti dei sovietici nella progettazione delle stazioni spaziali: nel 1983 infatti ad essa viene agganciato in orbita il veicolo Cosmos-1443, un vero e proprio modulo supplementare per i lavori in orbita, che permette un ulteriore ampliamento delle dimensioni della stazione (lo spazio utile della Salyut-7 è di 90 metri cubi a cui si aggiungono i 10 metri cubi della capsula Soyuz che ha portato l'equipaggio, mentre il Cosmos-1443 aggiunge 50 metri cubi al volume complessivo).

All'interno, nei confronti delle stazioni precedenti, la Salyut-7 offre un ambiente più confortevole ai cosmonauti per le future missioni di prolungata permanenza e numerosi sono i miglioramenti: l'acqua calda corrente, un congelatore per la conservazione dei cibi freschi arrivati dalla Terra, un'illuminazione migliore, le sedie ai posti di comando ridisegnate per poter essere trasformate in biciclette per maggiori esercizi fisici, speciali luci ultraviolette per favorire l'eliminazione di germi e prevenire infezioni, un nuovo telescopio a raggi X (al posto di uno convenzionale che era invece adottato sul modello precedente) per permettere rilevamenti nel cosmo.


Uno schema della Salyut-7 con agganciati alle estremità un Progress ed una Soyuz

E grazie a queste migliorie si raggiunse il record di permanenza nello spazio sin dal primo equipaggio: Anatoli Berezovoy e Valentin Lebedev arrivano il 13 maggio 1982 a bordo della Soyuz T-5 e vi rimangono fino al 10 dicembre 1982 (211 giorni), con ritorno sulla terra con la navicella spaziale Soyuz T-7. Due anni dopo Kizim Leoind, Solovyev Vladimir e Atkov Oleg fissano il nuovo record a 236 giorni.


13 maggio 1982. Anatoli Berezovoy e Valentin Lebedev - prima spedizione
sulla Salyut-7 e record di permanenza a bordo (211 giorni)

Le ultime due stazioni Salyut vengono visitate da numerosi equipaggi internazionali, composti da cosmonauti cubani, francesi e indiani.

Proprio con la Salyut-7 il 24 giugno 1982 l'Unione Sovietica si apre alla "Cooperazione Spaziale Internazionale" e per la prima volta un astronauta francese, Jean-Loup Chrétien, viene inviato nel cosmo insieme ai due cosmonauti sovietici Ivanchenkov e Dzhanibekov.


24 giugno 1982. Il primo astronauta occidentale in volo con i russi: Ivanchenkov,
Dzhanibekov e il francese Jean-Loup Chrétien

E il 19 agosto 1982, quasi a vent'anni da Valentina Tereskova, quando ormai il programma spaziale sovietico sembra aver dimenticato le donne, il primo equipaggio della Salyut-7 viene raggiunto dai cosmonauti Popov e Serebrov e dalla seconda donna inviata nel cosmo, Svetlana Savitskaya, campione mondiale di acrobazia aerea e scienziata ricercatrice che durante la permanenza a bordo usufruisce del permesso di soggiornare in un "alloggio privato" a bordo della capsula Soyuz-7.

19 agosto 1982. La seconda donna russa nello spazio, Svetlana Savitskaya, assieme a Popov e Serebrov - I dati raccolti durante
gli esperimenti dimostrano che non vi sono sostanziali differenze nelle reazioni fisiologiche dell'organismo maschile o femminile in assenza di peso

Le esperienze maturate con le stazioni Salyut aprono la strada alle stazioni spaziali multimodulari: la Mir dal 1986 al 2001 è la casa di oltre 100 cosmonauti e astronauti di almeno 12 paesi diversi; l'ISS Stazione Spaziale Internazionale (International Space Station), iniziata nel 1998, al suo completamento previsto a breve sarà la più grande e complessa costruzione mai realizzata in orbita terrestre, destinata ad un equipaggio multinazionale permanente di sei persone.

 

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